IL SEQUESTRO CORNEALE NEL GATTO
Dott. Giuseppe Larosa - Roma
Il sequestro corneale nel gatto è una patologia della cornea, struttura trasparente che riveste la parte anteriore dell'occhio, che si presenta con un'area di degenerazione e necrosi delle cellule superficiali, di forma rotondeggiante od ovale, di colore inizialmente giallo più o meno scuro, per diventare poi marrone e infine nero.
Questa lesione, di solito, interessa uno solo degli occhi, ma in alcuni casi, può riguardare entrambi, in momenti diversi o contemporaneamente.
Può presentarsi sulla cornea di gatti di tutte le razze, indipendentemente dal sesso, ma in percentuale, le razze maggiormente esposte a presentare questa patologia sono i gatti Persiani, Himalaiani, Birmani e Burmesi, gatti che presentano gli occhi prominenti e con frequenti patologie a carico delle palpebre e delle ciglia.
La causa o le cause che portano a questa patologia non ben conosciute, ma vi sono dei fattori che la possono favorire quando in modo continuo (cronico) irritano la superficie della cornea come le infezioni da herpesvirus felino, irritazioni meccaniche causate da patologie delle palpebre o delle ciglia o l'eccessiva evaporazione di film lacrimale per la particolare conformazione del globo oculare.
I sintomi che l'animale presenta sono quelli legati alla presenza di un corpo estraneo sulla superficie dell'occhio.
La "fastidiosa presenza", negli stati avanzati, può causare una eccessiva lacrimazione, arrossamento della congiuntiva o dolore, un fastidio che fa sì che l'animale sia portato a tenere l'occhio socchiuso o totalmente chiuso.
Nei casi iniziali, quando i sintomi clinici non sono ancora tali da far notare al proprietario l'alterazione a carico dell'occhio, è il Medico Veterinario a diagnosticare la malattia durante la visita che precede i periodici trattamenti vaccinali. Quando la lesione è molto evidente è il proprietario a notare questa area rotondeggiante di color ruggine fino a pigmentarsi successivamente di nero.
La terapia di elezione è quella chirurgica, che accellera notevolmente la guarigione, anche se, in alcuni casi un trattamento locale a base di interferone associato a vari colliri ha dato dei soddisfacenti risultati nel far regredire la lesione.
In alcuni casi si è riscontrata una guarigione totale in assenza di qualsiasi terapia medica, l'organismo è riuscito ad espellere in modo autonomo l'area necrotica, con successiva restituzione totale della trasparenza corneale, però in altri casi l'assenza di terapia ha causato la perforazione corneale con successiva chirurgia d'urgenza.
Pertanto, la terapia d'elezione è quella chirurgica, che si effettua asportando dalla superficie corneale, ad una profondità che varia a seconda della gravità della lesione, l'area di cornea interessata dalla necrosi.
Di solito la necrosi interessa da 1/3 a 2/3 dello spessore della cornea e con la cherachectomia (escissione chirurgica di un tratto di cornea) si asporta l'area lesa fino a raggiungere lo strato pulito sottostante la necrosi.
E' importantissimo, pena il fallimento dell'intervento, correggere eventuali difetti delle palpebre o delle ciglia nella medesima seduta chirurgica.
La cherachectomia può essere seguita da un innesto congiuntivale a protezione della cornea sottostante alla lesione, ma si è visto che in questi casi la trasparenza corneale potrebbe non migliorare totalmente.
Nel postoperatorio, la terapia antibiotica (sia per via generale che locale) va somministrata fino alla remissione totale della sintomatologia clinica potendo ridurre notevolmente i non frequenti, casi di recidive.
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